Ogni giorno è un’accusa nuova e, per poco, non diventiamo tutti delinquenti. Treni sporchi? I fenomeni della prostituzione e della droga sono in aumento? Carceri piene? Nessuno mangia più polenta e merluzzo? Gli studenti italiani sono indietro rispetto ai loro coetanei europei? La disoccupazione avanza e il paese sta invecchiando male? La sicurezza di tutti è in pericolo? In mancanza di risposte e di politiche pubbliche serie, la causa di tutti i mali di questo Paese è colpa nostra: noi immigrati d’Italia siamo divenuti una sorta di parafulmine. Difficile dimostrare la nostra innocenza quando sono tutti contro: istituzioni, mass-media e le chiacchiere da bar sport. L’unica nostra consolazione è che noi non c’entriamo nulla con i ritardi dei treni. Inoltre la maggior parte dei clienti delle prostitute e dei consumatori abituali di droga sono bravi cittadini italiani. I fast food erano già da anni i luoghi preferiti dai ragazzini anche prima dell’arrivo del tanto temuto kebab. Anche Mohamad e Abdul subiscono un sistema scolastico vecchio e provinciale e faticano a comprendere l’Abc così come i loro compagni di banco. Accettiamo sempre il primo lavoro ma spesso ci vengono offerti impieghi dimessi o in nero da chi non rilascia nemmeno lo scontrino. Facciamo il possibile per rendere più giovane questo paese partorendo dei futuri sogni anche senza la garanzia di un posto all’asilo nido. Per carità, non vogliamo nessuna gratificazione, ma cosa farebbero i migliaia di fedeli in questi giorni venuti a Torino da ogni parte del mondo ad assistere all’Ostensione della Santa Sindone sotto una pioggia insistente? Presi alla sprovvista, appena scendono dai mezzi di trasporto, trovano uno di noi ad offrire loro un ombrello per pochi spiccioli così possono ammirare la sacra reliquia all’asciutto mentre gli altri là fuori sotto un temporale quotidiano d’insulti. “Gesù, non perdonarli, loro sanno quello che fanno”, ma con questa pioggia anche i brutti pensieri scivolano via...