Non so come nè perché, ma spesso la gente, a volte involontariamente a volte no, mi rende partecipe delle loro emozioni. In treno come al bar, per la strada come al parco giochi, parlano delle loro intimità e io non faccio niente per non ascoltare. Così mi trovo coinvolto in storie complesse senza potere fare nulla; era meglio tappare gli orecchi, ma ormai è già tardi e ora non mi resta che pensare: “chissà come andrà a finire?”.
Ieri al parco giochi un lui e un lei discutevano senza sosta della loro giovane storia d’amore che sembrava arrivata ad un bivio per colpa di una distrazione estiva: “Ti giuro che non è successo niente, siamo solo andati a bere qualcosa da Gigi e poi lei è andata al cinema con la sua amica. Non ti fidi di me?”.
Non so come è andata a finire perché la ragazza se ne è andata dicendo: “Vorrei potermi fidare di nuovo, ma Gigi è chiuso per ferie”.
Sabato pomeriggio in via Arduino davanti alla vetrina del negozio di scarpe, due amiche, vestite alla moda, chiacchieravano leggere: “Mi piacerebbe avere un fidanzato solo per potergli regalare un paio di scarpe così”. Sento ronzare ancora le loro risate romantiche.
Una giovane mamma a passeggio con il suo bambino chiede ad una signora come sta suo marito. “Bene”, risponde e poi continua dicendo: “Carlo è un bravo uomo, ma non come pensi; ha il vizio del gioco e da giovane era sempre a donne…”. Qui non ho potuto resistere, ho tappato le orecchie per davvero.