Bush, sarà pure laureato ma è ripetente, insiste con la sua impresa
familiare di pompe funebri e sta cercando la rivincita in Afghanistan,
Iraq e Somalia (Iran, Siria e Corea sono nel girone di ritorno). Siccome
questa volta è partito in fretta e furia si è dimenticato
di comunicarci l’esaltante nome in codice di questi nuovi massacri.
Politici nostrani, giornali e tv, stanchi di dire sciocchezze che
possono aiutare il feroce nemico invisibile e non essendoci elezioni
in vista, tacciono provando, a sguardi spenti, ad interpretare il
suo pensiero: bombardare fino ad esaurimento scorte. Sarebbe ora che
l’Europa facesse qualcosa di serio ed andasse a salvare il soldato
Bush dal suo incubo peggiore: la bottiglia di whisky nuovamente vuota
davanti all’immagine di quel barbuto di Bin Laden che passeggia
zoppicante davanti alla sua caverna. E’ davvero tragico vedere
un uomo solo e ubriaco portare a passo di clown questo mondo verso
una folle temperatura. Bush non è stupido e si è accollato
tutta la responsabilità di questo orrore chiamato pulizia globale,
ma siccome non è secondo a nessuno, nemmeno a Putin e non per
niente si chiama dabbol, ha deciso di raddoppiare la sua strategia
finché non troverà qualcuno che lo aiuterà e
spegnere questo narghilè. Rice, you know everything, please
tell me what is mean “I have a dream?” Qui andrebbe benissimo
qualunque musica del maestro Morricone ad accompagnare l’ultimo
viaggio del soldato Bush con in mano la sua bottiglietta di wisky
e il mondo chiuso dentro a forma di bara.