Che senso ha insegnare la libertà per poi negarla? Come si può fare festa senza il festeggiato? Non è fuggito né si è scordato del suo giorno più importante: il fatto è che è stato respinto dagli altri invitati. Allo stesso modo si celebra la fame mangiando in abbondanza, si parla di democrazia calpestandone i principi, si combatte l’aids con medicinali carissimi. Si parla di pace vendendo armi. Che senso ha festeggiare la giornata mondiale del rifugiato - il 20 giugno - dopo averlo respinto oltre la nostra pietà? Un inganno vero, anzi doppio: lo convincono a ribellarsi perchè merita una vita migliore, e poi lo rimandano all’inferno, lasciandolo solo, privo di speranza e di sogni. Forse è peggio che morire sotto una dittatura. Almeno lì uno sa come sopravvivere giorno per giorno, e soprattutto sa chi è il suo nemico. Si racconta di un uomo democratico che andava ogni mattina al bagno e, dopo aver finito i suoi bisogni, tirava lo sciacquone, leggero. Ogni mattina si osservava la stessa scena: un ragno lottava per quei pochi secondi tra la vita e la morte, sotto lo scarico potente dell’acqua. Dopo alcuni giorni l’uomo democratico, preso dai rimorsi, decise di liberare il ragno e lo posò per terra, all’asciutto. Spense la luce, chiuse la porta del bagno e andò via felice. Il mattino dopo, tragedia: il ragno era morto. Sotto quell’acqua trovava la sua ragione per sopravvivere, ma chiuso al buio e abbandonato a se stesso non sapeva contro chi doveva lottare. Aveva perso ogni punto di riferimento. L’uomo, come sempre non aveva capito niente, quel mattino tirò un sospiro insieme allo sciacquone. Pronto per la festa del rifugiato.