Prima Santino, lo scimpanzé che mette da parte le pietre e preparava agguati. Poi i cani annoiati e aggressivi di Modica. Un tempo l’uomo prendeva ad esempio la natura e imparava l’arte della vita. Evoluto, si è innamorato di sè stesso e ha smesso di guardarsi in giro. Ha convinto perfino gli animali. Ora loro guardano l’uomo e hanno imparato l’arte della guerra e delle ronde. Che dire dell’albero di noccioline di Carlo? La primavera scorsa ha fatto dei bellissimi frutti, ma dentro erano completamente vuoti. “Che faccio? Taglio”. Lui non ha pazienza né tempo da perdere, basta che un albero cresca storto o non faccia il suo dovere come comandato e l’uomo è già pronto con la motosega in mano. Non è stato facile distrarlo, mi è costato una bottiglia di vino doc abruzzese. Questo anno speriamo che l’albero si ricordi di essere un albero e non un uomo, così come Santino e i cani randagi. L’uomo non perdona suoi simili.