"Nella vita bisognerebbe poter avere due facce... sarebbe bene averne almeno una di ricambio. Oppure, e questo sarebbe ancora meglio, non avere nessuna faccia, semplicemente... essere solo delle voci.. un po' come i ciechi".
La natura, spesso, ci fa brutti scherzi o così ci sembra per la nostra concezione limitata del mistero. Siccome le religioni si fanno portavoce del mistero è impossibile parlare in modo aperto e ragionevole, c’è sempre il rischio di offendere qualcun altro, e non è mai carino.
La scienza e la letteratura possono essere d’aiuto per superare certi traumi naturali. Rimane il fatto, però, di come si possono superare certe usanze e credenze che sono dure a cedere terreno, loro viaggiano parallele alla religione, alla nostra “visione del mondo”. Anche qui bisogna camminare con delicatezza senza ferire o cercare d’aver ragione. Forse per questo amiamo raccontare storie di come si vive nelle altre parti del mondo, che possono essere benissimo sotto la nostra finestra di casa. Nel mondo orientale la storia narra che l’uomo non si sente tale e pienamente felice finché non ha messo al mondo un figlio maschio che, oltre a salvare il nome della famiglia assicurando la continua discendenza, gli salva anche l’onore nei confronti degli altri uomini del villaggio: “non sono inferiore a nessuno”. Capita spesso che questo figlio maschio tanto desiderato e sognato ritarda ad arrivare, cioè non sarà il numero uno e nemmeno il quinto e così via nell’ordine dei figli, purtroppo solo femmine. L’uomo, tenace come è, non si arrende mai alla legge della natura e si trova davanti ad un bivio: continuare a riprodurre o cercare un’altra moglie capace di far nascere figli maschi. Dannazione, è una corsa contro il tempo difficile da vincere e la tragedia e la disperazione personale sono dietro l’angolo. Dopo, ma molto dopo, quando l’uomo sarà stanco ed esausto, non gli resterà che guardar con gioia la sua bellissima e numerosa famiglia di sole femmine e rivolgersi al suo Dio: “tutto ciò che è di Dio è bello, amen”. Oramai il cuore suo si è arreso alla legge della natura e del suo Dio.
Ora sappiamo cosa pensa un uomo che aspetta tutta una vita per vedere nascere il figlio maschio. Non sappiamo, però, cosa gli frulla in testa se capita il contrario, cioè se questo figlio un giorno decide di diventare semplicemente donna, come è capitato all’amico turco che, dopo non pochi problemi, è riuscito a realizzare il suo sogno: scappare qui in Occidente per ottenere finalmente la sua vera identità intima, per alcuni diversa, per altri meritevole di essere vissuta. E a noi non rimane altro che guardare il mondo fuori dal nostro finestrino per raccontare cosa significa trovarsi in un corpo di un altro e nell’impossibilità di avere due facce.
Chissà cosa direbbe Tahar Ben Jelloun a proposito di questa storia. Anni fa nel suo “Creature di sabbia”, raccontò una storia simile ma al contrario, dove un uomo disperato dopo la nascita della settima figlia decise di fare l’impossibile e cioè fare finta di niente dandole un nome da maschio “Ahmed” e la vita da uomo fasciandole stretto stretto il petto, con tutto il dolore e il sacrificio che quest’ultima ha dovuto subire per stare dalla parte che le era stata designata dal genitore. L’unica cosa che possiamo dire, senza troppi pregiudizi, come si usa da queste parti: “auguri, e speriamo che sia femmina”.