C’era un sacco di gente, pochi amici e nessun parente. Non ricordavo di essere stato così importante da vivo. Leggero, non sento niente, ma a vedere il corteo scomposto e sbandierato si direbbe che c’era un gran trambusto. L’ONU in prima fila e in ordine sparso che discuteva inutilmente, come sempre. Dietro, più in là si erano formati due ali: quella di Destra che parlava senza fiato di economia e di moda e quella di Sinistra che giocava a figurine e primarie. In mezzo c’erano loro, i giornalisti, li ho riconosciuti dai loro taccuini, verità e paura; uno, perfino, ha disegnato il mio profilo, bello, ma non mi assomiglia per niente, un altro ha fatto un collegamento dal vivo. Non ho ricordi religiosi ma vedendo in terza fila il prete assieme al rabbino e all’imam sicuramente sono stato di fede, quale? Ho riconosciuto il mio assassino, era l’unico che aveva l’aria preoccupata: pentimento o controllava che fossi davvero morto? Dopo l’ultimo saluto se ne sono andati tutti di fretta così come sono arrivati. Ci sarà un altro funerale, sicuro. Seduto, aspetto di andare in cielo o sotto terra, invece non succede niente, sono qui sospeso senza paradiso né inferno. Dio si è scordato di me o è morto? Nel dubbio mi godo questo immenso silenzio, finalmente. Bello il mio funerale. Domani sarò su tutti i mezzi di comunicazione, in terza pagina, dopo l’economia e le primarie, e con il profilo sbagliato. Cosa ho da lamentarmi? Tutto sommato mi è andata anche bene, il campionato di calcio era fermo.