I greci di un tempo facevano tutto con semplicità: guardavano le stelle, osservavano la natura, e vedevano lontano. Certo, non c’era ancora l’inquinamento ed erano in pochi. Oggi, forse, sarebbe impossibile anche per loro fare certe affermazioni esistenziali come “conosci te stesso”. Io mi sono sempre conosciuto tardi. Sono stato un ladro e l’ho saputo dai giurati. Sono stato un assassino e me ne sono reso conto a delitto già consumato. Sono stato una vittima designata e l’ho scoperto il giorno del mio funerale. Sono stato bugiardo, nessuno e santo e se non fosse stato per quel rimpianto alla vista della croce ancora vuota portata da chissà chi, non mi sarei mai accorto di niente. Sono stato un figlio quando ho visto i miei figli nascere. E’ sempre stato così, mi sono conosciuto già tardi, mai nel momento giusto, maledizione. E se qualcuno mi fermasse per la strada dicendomi “io ti conosco” sentirei tremare le gambe dalla paura “oddio, questo sa qualcosa di me ancora ignoto a me stesso”. L’unica persona che veramente mi conosce bene è di sicuro mia madre, infatti mi diceva sempre “io non ti riconosco più, sei cambiato”. Le mamme, certamente, appartengono alle stirpe di Socrate, sono le uniche che hanno ancora il senso della misura e conoscono bene i loro figli, cioè se stesse.