Capita spesso che il bandito si ritrovi eroe, lo spietato diventi santo, i martiri li lascio stare. Tutto è cominciato per caso. Ero appena arrivato nel Belpaese, pochi soldi, tanta fame e la salute al limite della sopravvivenza. Aspettavo i giusti rifornimenti da casa che ritardavano ad arrivare. All’inizio ho provato con i mercati generali: tre giorni di seguito senza successo. Sarà stata la forma fisica non proprio perfetta, sta di fatto che della lunga coda di scaricatori rimanevano solo due, tra cui io. La dignità non ha prezzo, ma anche se avessi voluto, non conoscevo nessuno così bene da chiedere un prestito. Andare alla Caritas, no, mi vergognavo da morire. Cazzeggiavo senza meta pensando a cosa fare, finché un giorno ho visto l’insegna salvavita: potevo entrare disperato e, in cambio di 450 grammi di sangue e check-up gratuito, avrei guadagnato la mia prima bistecca all’Avis.
E poi la necessità è diventata abitudine. Sarei dovuto andare ogni tre mesi, ma spesso il bisogno non poteva aspettare e mi presentavo anche senza la solita cartolina di avviso. Bei tempi: la colazione all’Avis mi faceva sentire a casa, servito e coccolato come un figliol prodigo. Lasciavo l’unica cosa che possedevo e uscivo felice e sazio. E poi, chissà chi ha fatto la soffiata (pare fosse una questione di tagli alla sanità, la solita finanziaria senza anima né cuore), sta di fatto che la bistecca improvvisamente è sparita ed è stata rimpiazzata da brioches senza lode. E’ rimasto solo il check-up gratuito. Per fortuna nel frattempo mi sono irrobustito, e una volta finiti gli studi sono diventato abbastanza ricco da permettermi il lusso di fare la spesa solidale alla Coop. La vecchia abitudine di passare all’Avis ogni tre mesi è rimasta anche se a volta, per pigrizia, sforo da meritare il richiamo. L’altro giorno è arrivata una lettera sintetica e piena di complimenti: il direttore dell’Avis in persona ringrazia le mie vene per i vent’anni di onorato servizio e sarebbe stato lieto di assegnarmi una targa per il mio impegno civile con tanto di nome, cognome e A+. Dopo essermi ripreso dall’emozioni, ho deciso di non andare: non è onesto far passare la fame per impegno civile, io al massimo merito la bistecca che non c’è più, certo non la targa con tanto di foto in prima pagina sul giornale locale, triste. Non amo dar consigli come il verde Leo Hickman, ognuno è libero di sbagliare da sé, ma visto che ci sono vorrei dire che uno dei grandi problemi del nuovo millennio è il sangue. Ce n’è sempre di meno e quello che c’è rischia di essere cattivo a causa dello smog e delle malattie. Che aspettate? Andate a donare il sangue: oltre a salvare la vostra vita, potreste anche diventare involontari eroi moderni.