Sarà la fatica, l’infinita rincorsa, i progetti andati all’aria o quelli realizzati che non bastano mai per sentirsi pienamente soddisfatti, i giochi di luce e d’ombra che rispecchiano le nostre anime, il fiorire fuori stagione delle ragazze, il dolce sorriso dei bambini chiusi dentro i loro cappotti pesanti, il leggero sospiro dopo avere stampato il saldo, le disperazioni di alcuni per il conto perennemente in rosso, lavorare stanchi per guadagnare tempo, l’insonnia e il disorientamento procurati dalla disoccupazione, andare a spasso senza meta, caricare l’auto e partire silenziosi, la paura di non arrivare in tempo, la voglia matta di stare in compagnia, i vecchi genitori ansiosi, i cappelletti fatti a mano, il profumo di casa, la pancia piena, le chiacchiere senza polemica, l’abito nuovo, corto, rosso, pagato il doppio del suo già caro prezzo, la macchina da sogno finalmente comprata, il mutuo variabile che sale come la febbre, sorrisi e abbracci finti, amori veri nonostante il freddo là fuori, il menu lungo, ma manca sempre qualcosa come l’anno scorso, fiumi di telefonate e sms per dire amore, Valeria, la bellissima ragazza del call center, le cuffie sempre in testa e guarda dalla finestra con le lacrime agli occhi, la voglia di smettere di fumare, ma non oggi, domani, le forze dell’ordine al gelo meno severi, la messa di mezzanotte, il concerto del mattino, il cinema del pomeriggio, i cattivi che ridono a denti stretti, i buoni che si fanno belli, le vie del centro assonnate, le commesse indaffarate, il capo gentile e mai contento, i medici che fanno i turni, i pazienti che si sentono già guariti, vogliono fuggire, il viaggio esotico last-minute annullato, l’ultimo desidero, l’ultima commissione, tutta la vita in una notte, all’improvviso il cuore s’intenerisce, giura di fare il bravo, ma non adesso, né domani, forse un giorno, chissà, l’unica nostra scontata fortuna è che ci sarà sempre un domani per ricominciare da dove abbiamo iniziato.
Questo rito ogni anno si ripete tra tradizione e realtà. E non si tratta di essere credenti o atei, si sa, oggi è una giornata diversa, speciale, è l’occasione buona per un attimo di pausa, di riflessione e, perché no, per cambiare completamente vita. Questa non è una festa qualunque, ma è la Festa per eccellenza a prescindere dal credo. Un segnalibro nella coscienza dell’umanità. E poi ci sono loro, i senza tempo, vivono solo alla giornata, l’ieri è da dimenticare e il domani è più incerto che mai, hanno perso tutto, voce e terra, e sono in perenne attesa, non alzano mai la testa verso il cielo, non credono più ai miracoli, camminano lenti, pesanti, qualcuno ha rubato loro la gioia della vita. Aspettano, come noi, questa festa e non per festeggiare, non si può senza aver fatto la spesa, ma perché son convinti che in questi giorni siamo tutti più buoni, il cuore ubriaco di sentimenti, come quello dei bambini, desidera pace e senza quel nostro attimo di debolezza, loro non arriverebbero mai a domani. Avranno ragione? Chissà, dipende da quel gesto di distrazione che si chiama amore, che avvolge il mondo in una fragile ragnatela. Nell’attesa buona festa a tutti.