Non esiste cura alla crisi economica, è un ciclo che si ripete a dispetto di tutto e di tutti. E’ questione di risorse, sono sempre state scarse. Un tempo le guerre erano la soluzione seguite poi da un consumo selvaggio. Ora chi va a conquistare un altro paese si ritrova con le braghe di tela e la macchina in panne, per fortuna. Bisogna cambiare tattica, mentalità, ritornare semplici come una volta: fare il pane in casa, il fine settimana portare i ragazzi a fare una passeggiata nei boschi, affittare un film da guardare in famiglia, fare l’amore con la propria compagna, riprendere le buone usanze con i vicini di casa: “hai un limone da prestarmi? Dopo ti riporto una fetta di torta”, mandare a quel paese i governanti e gli economisti che invitano all’ottimismo mascherato da consumo, sono come quella ditta di onoranze funebri: “Se oggi compri due bare, te ne regaliamo una per il figlio”. Sarebbe più simpatico, per esempio, promettere una sepoltura gratuita agli over novanta, così la gente, per risparmiare, consumerebbe meno la sua vita, e morirebbe felice. O si spera.