La gente che abita qui, lontana dalla capitale e dallo smog, dal caos quotidiano e dai giochi politici poco chiari, si appassiona di più alle cose semplici, il minimo necessario per campare e godere fino in fondo la vita che scivola via rincorrendo le quattro stagioni tra una sagra e una messa. Vivere in campagna a stretto contatto con la natura permettere di assistere o di essere coinvolti in tante avventure allo stesso tempo simili e diverse. Un daino, da non confondere con Bambi, sprovveduto e infreddolito, si avvicina troppo al centro abitato e non vuole più saperne di ritornare nel suo habitat naturale conquistando così i cuori di tutti. Un piccolo cinghiale sopravvissuto alla caccia cerca la compagnia degli altri animali girovagando nelle stalle e nei cortili. Un rapace ferito per sbaglio lotta tra la vita e la morte e bisogna portarlo alla LIPU prima che sia troppo tardi. Un piccolo uccello caduto troppo presto dal nido ha perso l’attimo per raggiungere i suoi simili e ora tocca a qualche padre di famiglia imboccarlo e insegnargli a volare. Generalmente tutto viene documentato e divulgato dai giornali locali. Quest’anno la ribalta l’ha guadagnata a pieno titolo un Ghiro (Glis glis). E’ balzato agli onori della cronaca a sua insaputa, ovviamente era in letargo. Dormiva sonni tranquilli anche quando un abitante della frazione Sant’Antonio di Castellamonte ha deciso che era giunto il momento di tagliare il suo vecchio frassino: è ottimo per il riscaldamento e da noi, si sa, l’inverno è ancora lungo e rigido e quasi tutti hanno in casa una stufa a legna, la migliore per farsi avvolgere da un tepore speciale, cucinare certi piatti tradizionali e risparmiare soldi e inquinamento. L’unico fastidio è che bisogna preparare la legna in autunno per l’inverno prossimo. Il proprietario ha cominciato il lavoro di buon’ora, abbattere gli alberi, segarli in tronconi e trasportarli a destinazione per poi spaccarli a metà chiede tempo e fatica. Dopo averli sistemati ha cominciato a tagliarli in piccoli pezzi pronti per poi essere bruciati. Per caso o per fortuna ha notato quel ghiro che dormiva beato, nonostante tutto quel fracasso, dentro il pezzo appena segato. Passato l’attimo di sorpresa e di gioia gli ha fatto un servizio fotografico completo dopodiché lo ha messo in una gabbia e ora aspetta il suo risveglio per liberarlo. Io non voglio pensare alla felicità del contadino e dei suoi famigliari, ma piuttosto all’animale; molti lo considerano fortunato, ma non ne sono così convinto. Ho vissuto un’avventura simile alla sua, infatti dormivo sonni tranquilli quel lontano giorno del ‘67 quando di buon mattino mio padre, agitato, mi svegliò dicendomi: “Alzati, siamo sotto occupazione militare!”. Allora non capivo molto, ma da quel giorno, e per molto tempo ancora, non mi sono più assopito serenamente. Addormentarsi liberi e trovarsi prigionieri al risveglio è un incubo. Pensavo di aver superato lo shock vivendo in questo paese libero e tranquillo, ma anche qui ci sono degli inconvenienti. Ogni tanto mi capita di non dormire la notte come quando aspetto il risultato delle elezioni per sapere fra quali mani siamo finiti noi immigrati. Ora, ripensando al Ghiro, dubito che il prossimo anno andrà in letargo tranquillo, se ci va!