Certe mattine vorresti fermare il tempo, tirare giù gli angeli dal letto, bestemmiare…
Mi capita spesso, specialmente al fine settimana, di prendere la bici e di uscire al mattino presto, tanto presto che l’alba non ha ancora aperto gli occhi. Nel saliscendi delle colline mi abbandono al piacere dell’aria fresca, faccio gare con gli animali notturni e contemplo il sottile velo di nebbia sospeso sopra i campi e i laghi. Capita che la domenica mattina presto molti ragazzi, usciti la sera prima per dare sfogo ai loro piaceri, non sono ancora ritornati ai loro comodi letti. Capita spesso, in certe mattine presto d’estate e d’autunno, che le sirene delle ambulanze si sentono fin da una certa distanza e le loro luci rotanti riflettono dappertutto. Capita spesso, dopo certe curve e in mezzo ai rettilinei, di trovare mazzi di fiori finti legati ben stretti ai pali. Oggi, per la prima volta, ho trovato, sotto un tronco di noce dove è stampato un paraurti, l’orsacchiotto Teddy seduto con lo sguardo triste e con le braccia aperte come se stesse aspettando qualcuno che tarda ad arrivare. Non capita mai o quasi, ma questa mattina mi è andata via la voglia di volare in bici e ho deciso di restare a quote più normali. Sono ritornato a casa e ho svegliato i ragazzi con la voglia matta di sentire il loro fresco alito. In certe mattine niente è in ordine, ma sei contento lo stesso.